PESARIIS: DAS TAL DER ZEIT – LA VALLE DEL TEMPO

PESARIIS: DAS TAL DER ZEIT – LA VALLE DEL TEMPO

NELLA VALLE DEL TEMPO, DOVE GLI OROLOGI HANNO 400 ANNI

Leggende, artigiani, storie di meccanica e ingegno: benvenuti a Pesariis, paese di grandi invenzioni

Pesariis (Carnia) – Quante volte ci annoiamo in attesa di un treno o di un aereo, seduti sulle fredde panchine di marmo dei binari o su quelle più comode, ma mai abbastanza, degli aeroporti. Quante volte alziamo la testa per guardare i tabelloni degli orari di partenza e di arrivo, nella speranza che il tempo di attesa si stringa rapidamente.

In alcune di queste preziose occasioni, ci potremmo chiedere da dove arrivino quei tabelloni digitali, con i numeri che cambiano allo scorrere dei minuti. Ma i pensieri sono sempre troppi e difficilmente arrivano fin lì.

Zusammenfassung auf Deutsch:
Die Zeit bestimmt zu einem großen Teil unser Leben. Pesariis, ein malerisches, 178 Einwohner zählendes Dorf in den karnischen Alpen, ist seit Jahrhunderten Zentrum des Uhrenhandwerks. Während am Anfang die Erzeugung von Pendeluhren dominierte, spezialisierte man sich im Laufe der Zeit auf Turmuhren. Seit dem 18. Jahrhundert werden von der Firma Solari (früher “Fratelli Solari”) Uhren erzeugt, die heute vor allem auf Bahnhöfen und Flughäfen in Form großer digitaler Anzeigetafeln zu sehen sind. Storiedichi ging der Geschichte dieses Handwerks und ihrer geschickten Meister, die ich hier mit ihrer Zustimmung veröffentliche, nach.

 

Guardando il nostro terzo Docuweb (dopo A Fisherman e A Mountain Man), a molti farà piacere scoprire che la loro origine è tutta italiana, friulana per la precisione. A inventare lo “scatto di cifre”, che ha sostituito le classiche lancette con la lettura diretta dei numeri, sono stati, negli anni Trenta, Fermo e Remigio Solari, gli imprenditori discendenti dalla grande famiglia di orologiai carnici che nel piccolo borgo di Pesariis, nel Settecento, ha fondato la “Fratelli Solari”, “l’antica e premiata fabbrica di orologi da torre”.

Pesariis, che oggi conta 178 abitanti, dà il nome all’incantevole Val Pesarina, una valle verde d’estate e bianca d’inverno, attraversata da boschi e prati che abbracciano dieci paesini con case in pietra alte e strette.

Pesariis (Carnia)

Sullo sfondo dominano le pareti rocciose delle Dolomiti Pesarine, che al tramonto si infuocano del rosso dell’enrosadira, e lungo le viuzze si snoda la lunga storia di una valle di artigiani ingegnosi che, dal Seicento, hanno sempre costruito orologi.

Orologio a Pesariis

 

A Watch Man, il terzo docu-web di Storie di chi, ripercorre questa storia con le immagini del filmmaker Naù Germoglio e con le parole di Amanzio Solari, ex operaio della “Fratelli Solari”.

Dalla fine degli anni Trenta, la ditta ha stabilito la sua sede industriale a Udine – diventando la Solari di Udine – ma è nata proprio qui, a Pesariis.

 

La leggenda vuole che a dare inizio a quest’arte sia stato un pirata di Chiavari di nome Solari, inviato in Carnia, come prigioniero politico, dalla Repubblica di Genova. Non si sa con precisione né come né quando, ma si narra che questo giovane abbia reso partecipe la gente del posto della sua capacità di costruire marchingegni per misurare il tempo. Poteva averla appresa a Chiavari, dove da tempo si costruivano orologi da torre, oppure in Germania, dove molti carnici e pesarini, su ordine della Repubblica di Venezia, venivano mandati a commerciare le spezie in arrivo dal’Oriente.

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Il dato certo è che già nel Seicento, in molte case di Pesariis, si produceva un particolare tipo di orologio a pendolo e che la vocazione orologiaia della valle si sviluppò a livello industriale dal 1725, anno di fondazione della Fabbrica di Orologi Solari, divenuta famosa in tutto il mondo soprattutto per la costruzione di orologi da torre, oggi ancora attiva e specializzata nella produzione di orologi digitali e teleindicatori: sì, proprio quelli che guardiamo di fretta quando siamo in stazione o in aeroporto.

La Val Pesarina, è facile capire perché, è chiamata Valle del Tempo e le tracce della sua storia, lunga 400 anni, sono scenograficamente interpretate da uno straordinario percorso di monumentali macchine per misurare il tempo.

Nel borgo di Pesariis ce ne sono 14, fra orologi monumentali e meridiane, e sono stati gli ex operai della Fratelli Solari a costruire queste opere originali e piene di valore che arredano le vie del paese.

La passione di questi artigiani dalle mani d’oro, nati e cresciuti nel piccolo e vitale centro dell’arte orologiaia italiana, è senza fine. Molti di loro hanno addirittura trasformato il garage e la cantina in vere e proprie officine di orologi a pendolo.

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“Pesariis è sempre stato al servizio del tempo, ma il tempo qui si è fermato”

È Amanzio a dirlo, ed è vero. L’aspetto di questo borgo fiabesco e di tutta la valle è immoto, appartato, avvolto dal silenzio. La lunghissima storia di Pesariis e degli artigiani della Val Pesarina è raccontata nel Museo dell’Orologio, dove sono esposti  antichissimi  congegni per misurare il tempo, dai primi  orologi a pendolo a quelli da campanile, di cui è illustrata l’evoluzione dal’700 al 1950. A raccoglierla e raccontarla sono artigiani come Amanzio Solari, la voce narrante del docu-web, e Renzo Martin, che vediamo all’opera nella sua officina piena di macchine utensili per produrre orologi da parete.

Buona visione con “A Watch Man“!

(Das Video ist mit englischen Untertiteln.)

(Quelle: storiedichi.com)

 

SÜSSES FÜR CARNEVALE

SÜSSES FÜR CARNEVALE

Castagnole

Le castagnole sono uno dei dolci più tipici del Carnevale, molto apprezzato nelle sue diverse varianti. La ricetta presentata di seguito è quella originale, semplicissima da realizzare in casa, ma potete provare anche le castagnole con la ricotta o quelle bagnate all’alchermes.

 

Castagnole sind eine typische Süßspeise in der Faschingszeit (eine Art Krapfen). Das folgende Rezept ist das Originalrezept, ganz einfach zu Hause zu machen, aber ihr könnt auch Castagnole mit Ricotta zubereiten oder mit Alchermes (einem italienischen Likör mit Gewürzen und dem Farbstoff Kermes, der recht häufig für Süßspeisen verwendet wird).

 

Ingredienti/Zutaten

370 g di farina/370 g Mehl
80 g di zucchero/80 g Zucker
3 uova/3 Eier
60 g di burro/60 g Butter
1 cucchiaino da caffè di lievito vanigliato/ 1 Kaffeelöffel Backpulver mit Vanille
1 limone grattugiato/1 geriebene Zitrone
zucchero a velo/Staubzucker
sale/Salz
olio per frittura/Öl zum Herausbacken

Tempo Preparazione/Zubereitungszeit

30 Minuti/30 Minuten

Tempo Cottura/Backzeit

3 Minuti/3 Minuten

Dosi/Menge

40 castagnole/40 Stück Castagnole

Difficolta’/Schwierigkeitsgrad

Normale/normal

Costo/Kosten

Basso/niedrig

Preparazione

In una terrina ammorbidite il burro, incorporate lo zucchero e poi le uova, una alla volta. Aspettate che si amalgami bene l’uovo prima di passare al successivo.

Mescolate e unite anche la buccia grattugiata del limone, un pizzico di sale e tanta farina quanto basta ad ottenere un impasto morbido e omogeneo. Alla fine aggiungete il lievito setacciato.

Staccate con le mani dall’impasto dei piccoli pezzetti e formateci delle palline.

Friggete le castagnole in abbondante olio bollente fino a che non assumono un bel colore dorato.

Toglietele dall’olio con l’aiuto di una schiumarola e mettetele ad asciugare su carta assorbente.

Prima di servirle, spolveratele con zucchero a velo o con quello semolato.

In molte regioni è comune accompagnarle con uno squaglio di cioccolato fondente nel quale intingerle mano mano che si mangiano.

 

Zubereitung

Lasst in einem Topf die Butter schmelzen, gebt Zucker dazu, dann die Eier, eins nach dem anderen. Vermischt die Eier sehr gut, bevor ihr zum nächsten Schritt übergeht.

Mischt nun die geriebene Zitronenschale darunter, eine Brise Salz und so viel Mehl wie nötig, um einen weichen, gleichförmigen Teig zu erhalten. Zum Schluss gebt ihr das gesiebte Backpulver hinzu.

Reißt vom Teig kleine Stückchen herunter und formt daraus kleine Bällchen.

Frittiert die Castagnole in reichlich siedend heißem Öl bis dass sie eine goldene Farbe annehmen.

Nehmt sie mit einer Schaumkelle aus dem Öl heraus und lasst sie auf einer Küchenrolle trocknen.

Bevor ihr sie serviert, bestäubt sie mit Staub- oder Kristallzucker.

In vielen Regionen ist es üblich, sie mit geschmolzener Bitterschokolade zu begleiten, in die ihr die Castagnole während des Essens eintaucht.

 

Guten Appetit, liebe Naschkatzen! Buon appetito, cari ghiottoni!

 

Textquelle: http://www.ricettedellanonna.net/castagnole/

Foto: Wikipedia (Castagnole), Fototeca Enit (Carnevale di Viareggio)

 

Weitere Faschingsrezepte:

www.ricettedellanonna.net

www.salepepe.it

www.buttalapasta.it

Youtube Videos:

https://www.youtube.com/watch?v=wi8iSdwfRng Le castagnole con Ugo Mignone

https://www.youtube.com/watch?v=rCZKgU3pbV8 Chiacchiere di Carnevale, Frappe, Bugie, Crostoli

EIN WEIHNACHTSREZEPT

EIN WEIHNACHTSREZEPT

Glasierte Kalbshaxe mit Granatapfel

  •  270 MINUTEN
  •  einfach

ZUTATEN

2 kg Kalbshaxe

2 Zehen Knoblauch

3  Granatäpfel

1 Zweig Rosmarin

1 Zweig Myrte

300 Gramm Perlzwiebel

1 Glas trockener Weißwein

Butter

Zucker

Olivenöl Extra Vergine

Salz

Pfeffer

ZUBEREITUNG

1) Bestreiche die Kalbshaxe mit ein bisschen Öl, streue Salz und Pfeffer darauf. Gib sie in die mit 30 g Butter befettete Auflaufform. Füge die gepressten, aber nicht geschälten Knoblauchzehen und die Rosmarin- und Myrtenzweige hinzu. Wenn du keine Myrte hast, dann nimm mehr vom Rosmarin. Gib die Form für ca. 10-15 Minuten in das auf  230°C vorgeheizte Backrohr. Bespritze die Haxe mit Weißwein und lasse ihn fast vollständig verdunsten. Bedecke die Form mit Aluminium, reduziere die Hitze auf 180°C und brate die Kalbshaxe weiter für 1,5 Stunden.

2) Schneide die Granatäpfel auseinander, entferne die Kerne von einem und presse den Saft der anderen aus. Leere zwei Drittel Saft auf die Kalbshaxe. Decke sie wieder mit Aluminium zu und brate sie weiter für eine Stunde. Leere ab und zu etwas Bratensaft auf das Fleisch.

3) Entferne das Aluminium von der Kalbshaxe und  brate sie eine weitere Stunde. Befeuchte sie oft mit dem Bratensaft. Lass in der Zwischenzeit 20g Butter in einer Pfanne zergehen, füge eine Schicht Perlzwiebel hinzu und bestreue ihn mit einem TL Zucker. Bräune die Zwiebel bei mäßiger Temperatur auf beiden Seiten für ca. 2-3 Minuten. Füge den übrigen Granatapfelsaft hinzu, koche das Ganze für ca. 20 Minuten zugedeckt bei niedriger Temperatur und schmecke mit Salz und Pfeffer ab. Füge dann die Zwiebel zur Kalbshaxe hinzu, entferne den Knoblauch und lasse das Ganze noch 4-5 Minuten ziehen. Gib die Kalbshaxe, die Zwiebel und den Bratensaft auf einen großen Teller, dekoriere mit Granatapfelkernen und serviere sogleich.

Dieses Rezept ist ein Vorschlag für das Weihnachtsessen und stammt von http://www.salepepe.it/, wo ihr noch viele weitere leckere italienische Rezepte findet, in italienischer Sprache.

Foto: Pixabay

ITALIENISCHE WEIHNACHTEN

ITALIENISCHE WEIHNACHTEN

maiori_presepe_giardini_mezzacapo_2004_038_wikipediaWeihnachten (natale) in Italien verlangt nicht nach Ruhe, Stille, Weihnachtslieder, Kerzenschein und die sonstige hierzulande übliche Weihnachtsromantik. Das Fest ist wie alle Feste laut, ausgelassen, hell und mit kulinarischem Schwerpunkt.

Seit der Zeit des heiligen Franz von Assisi ist in Italien die Krippe, il presepe, populär. Ab dem 8.12.. also am Tag von Maria Empfängnis, wird in den Familien gemeinsam mit den Kindern an der Krippe gebastelt. Sie bekommt einen Ehrenplatz im Wohnzimmer und erreicht zuweilen ein meterhohes Ausmaß. Es entstehen Krippenlandschaften mit vielen Figuren und detailreichen Straßen- und Marktszenen.In der Altstadt von Neapel gibt es eine ganze Straße, die Via San Gregorio Armeno, die als die Straße der Krippenbauer bekannt ist. Dort kann man das ganze Jahr über die schönsten Weihnachtsfiguren kaufen.

via-del-presepe-napoli Seit ein paar Jahrzehnten stellen die Italiener zu Hause auch Weihnachtsbäume auf, die aber immer aus Plastik sind und auf denen statt echten Kerzen grell und abwechselnd bunte leuchtende Lichterketten flackern. Tja, und auch das Christkind als Überbringer der Geschenke suchen wir vergeblich. Es ist Babbo Natale, der wie Santa Claus aussehende Weihnachtsmann, der den Kindern Päckchen neben die Krippe oder unter den Baum legt. Während am 24., also am Heiligen Abend (la vigilia) noch fleischlos gegessen wird, biegen sich die Tische dann beim Weihnachtsessen am 25.12.

 

Bildquellen: Flickr, Wikipedia

11 TAGE, FÜNF VULKANSEEN UND KRISTALLKLARES MEER

11 TAGE, FÜNF VULKANSEEN UND KRISTALLKLARES MEER

Die Vorfreude war groß. Unser Reiseprogramm vielversprechend. Es ließ Spielraum für spontane Entscheidungen, kleine Abstecher, unerwartete Begegnungen…so wie ich und mein Reisebegleiter das lieben.

Mein Reisebegleiter ist ein erfahrener Italienreisender, ein Liebhaber des italienischen Dolce Vita. Italien ist für ihn „Kino im Freien“: Kinder, die vor dem Domplatz kreischend einem Fußball hinterher laufen, das lässig elegant gekleidete Paar auf der Vespa am Weg ins Büro, zwei ältere Damen, die sich über die aktuellen Marktpreise von Gemüse und die beste Zubereitungsart der schwarzen Kichererbsen aus der Provinz Viterbo unterhalten, ältere Herren auf Steinbänken in grauer Anzughose und blauem kurzem Hemd, die Gazzetta dello Sport oder die Lokalzeitung lesen. Aus der Bar auf der piazza ein Stimmengewirr, aufgeregte Diskussionen über das Fußballderby vom Vorabend oder den neuesten Korruptionsskandal zw. „un cappuccio, per favore“ und „un cornetto con la crema“.

Ich selbst habe vor über zwanzig Jahren mein Herz an eben diese italienische Lebenskultur verloren (…nicht  nur an einen Italiener J). Ich hatte mich in die Schönheit des Landes verliebt, den einzigartigen kulturellen und landschaftlichen Reichtum, die Offenheit der Menschen, das gesellige Leben, den Sinn für Schönes und Geschmackvolles sowohl in der Kleidung, Gastronomie als auch in der Kunst und Architektur und nicht zuletzt das Dinge-nicht-so-ernst-nehmen…unter dem Motto „si vive una volta solo…man lebt nur einmal“.

Ich bin zwar irgendwann in die Heimat Österreich (Heimat? Eigentlich fühle ich mich in keinem Land der Welt so zu Hause wie in Italien) zurückgekehrt, habe aber dennoch nie dem Land, der Sprache, den Freunden und Freundinnen den Rücken gekehrt. 2014 habe ich dann das Unternehmen ITALIANO per passione, also ITALIENISCH aus Leidenschaft, gegründet, mit dem ich die italienische Sprache und Kultur in Österreich promote.

Zurück zur Reise. Ich hatte sie als 3-Seen-Tour geplant. Schließlich ist dann noch das Meer dazugekommen, weil ich es so liebe und dann waren da auch noch die zwei kleinen Seen in den Albanerbergen und mein geliebtes Rom, die ich meinem Reisebegleiter unbedingt zeigen musste. Aber nun mal Schritt für Schritt.

Es fing alles mit einem Picknick im Schlafwagenabteil nach Orvieto an. Orvieto erhebt sich auf einem Tuffsteinhügel im grünen Herzen Italiens, in Umbrien. Umbrien ist weniger bereist als die Nachbarregion Toskana, aber ebenso voll sanfter Hügel, Berge und Täler, mittelalterlicher Städte, Kunstschätze und gastronomischer Vielfalt. Das von uns bereiste Gebiet zwischen Südumbrien und Nordlatium ist Etruskerland. Dort befinden sich die bedeutendsten Reste von Etruskersiedlungen in Italien. Und so geht auch die Geschichte Orvietos auf die Etruskerzeit und das 9. Jahrhundert vor Christus zurück. Die Stadt zählt somit zu den ältesten Italiens. Absolut sehenswert ist der romanisch-gothische Dom mit zahlreichen interessanten Kunstwerken, unter anderem mit Fresken des toskanischen Renaissancemalers Luca Signorelli (der auch in der Sixtinischen Kapelle tätig war) von Paradies und Hölle (1499-1504) in der Cappella Nuova, von Beato Angelico in der Cappela di San Brizio und viele andere berühmte Künstler und Architekten der Zeit.Dom von Orvieto, Duomo

Einen Besuch wert ist auch Orvieto sottorranea, also das unterirdische Orvieto. Bei dieser geführten Erkundungstour gewinnt man Einblicke in die unterirdischen Gänge und Schächte und deren Nutzung über die Jahrhunderte (z. B. als Weinkeller, Olivenmühlen und  für die Taubenzucht). Schon mehrmals in den letzten Jahrzehnten musste die Stadt wegen Einsturzgefahr geräumt werden. Nach umfangreichen Sanierungsarbeiten müsse man keine Angst mehr haben, meint die junge Führerin lächelnd mit einem leichten Klopfen auf das Gewölbe mit dem porösen Tuffstein und unsere unsicheren Blicke. Vom Domplatz sind es nur ein paar Schritte zur Keramikwerkstätte von Anna, einer zarten älteren Frau, die ihr Laboratorio in einem Innenhof mit Blick auf einen verwilderten Garten führt. Die grauhaarige Dame mit roter Brille freut sich über meinen Besuch in der Via die Dolci (Straße der Süßspeisen). So wie sie selbst ist auch ihre Keramik zart in den Motiven und Farben (im Gegensatz der fast kitschig wirkenden Keramik die in zahlreichen Geschäften in den Altstadtgässchen feilgeboten werden). Keramiklabor OrvietoDas verblüffende und schöne an Orvieto ist, dass nur wenige Gassen von den Touristenströmen überfüllt werden. Kaum biegt man in eine Seitengasse ab, fühlt man sich ins Mittelalter zurückversetzt. Gasse in OrvietoNach dem vielen Herumwandern in den engen Gassen entscheiden wir uns für ein Essen im Restaurant Osteria numero 1. Der Inhaber ist zwar kein offizielles Mitglieder Slow Food Bewegung, folgt jedoch deren Philosophie, lokale und saisonale Qualitätsprodukte, wenn möglich aus Bioanbau, zu verwenden. Unsere Pasta schmeckt lecker: Umbrichelle con fave, guanciale e pecorino (typisch umbrische Teigwaren mit Puffbohnen, Speck und Pecorino-Schafkäse) für mich und Tagliatelle al cinghiale (Bandnudeln in Wildschweinsauce) für meinen Reisebegleiter. Die Preise liegen um die 10 Euro für den üppigen Teller Nudeln und 6 Euro für einen halben Liter exzellenten vino bianco DOC.

Am dritten Tag ist unser Reiseziel die Insel Giglio. Ich wollte schon lange auf diese kleine Insel an der Südküste der Toskana, lange bevor die Insel dann wegen dem Unglück der Costa Concordia in die Schlagzeilen kam und von vielen Schaulustigen besucht wurde. Mich reizt vor allem das Meer. Unser traghetto geht um halb fünf am Nachmittag. Und so haben wir noch Zeit, auf der Fahrt durch das Etruskerland ein paar Zwischenstopps einzulegen.

Cività di BagnoregioVon Orvieto fahren wir mit dem Mietauto zuerst auf der hügeligen strada del vino etrusco-romano (etruskisch-romanische Weinstraße) vorbei an Oliven- und Weingärten in den winzigen Ort Cività di Bagnoregio, zurecht auf der Kandidatenliste für das UNESCO-Weltkulturerbe (dafür braucht es 50.000 Unterschriften, Petition hier unterschreiben). Cività hat aus der Entfernung etwas Magisches. Für die Besichtigung des wegen Einsturzgefahr gefährdeten Ortes bezahlen wir 1,5 Euro Eintritt. Wir erreichen den Ort über eine steile Brücke. So wie Orvieto liegt das Dorf auf der Spitze eines Tuffsteinhügels. Außer ein paar Läden für Touristen und einigen Restaurants, deren Speisekarten einem das Wasser im Mund zusammenfließen lassen, haben die Einheimischen den geologisch sensiblen Ort schon lange verlassen. Der gesprächige Ticketverkäufer verrät mir, dass an einem Tag im Hochsommer sich bis zu 6.000 Personen durch die wenigen engen Gassen zwängen. Ob ich ihm die Zahl glauben soll, weiß ich nicht, doch auch wir steigen zu dem mittelalterlichen steinernen Dorf hinauf, drehen eine Runde, besuchen eine interessante 3-D-Ausstellung über die Etrusker, kaufen ein paar Souvenirs und brechen dann zum Bolsena See auf. Vom Weinbaugebiet mit kontrollierter Herkunftsbezeichnung (DOC) Montefiascone, wo der berühmte Est! Est!! Est!!!-Wein produziert wird. Der Legende nach soll im Hochmittelalter ein deutscher Prälat auf dem Weg nach Rom im Auftrag von Heinrich V. die besten Winzer auswählen und „Est“ (Es ist (hier)!) auf die Tür schreiben und wenn der Wein besonders gut ist das Wort zweimal wiederholen. Diesem schmeckte der Wein bei einem Weinbauern so gut, dass er gleich dreimal Est! Est!! Est!!! (aufgepassst auf die Steigerung der Rufzeichen) hinaufschrieb.

Hinter der Stadt Montefiascone blicken wir auf den tiefblauen Kratersee und ein paar kleine Inseln hinunter. Wir wollten an dem Tag unser erstes Bad in diesem Urlaub nehmen, doch der Vulkansee erwartet uns mit starkem Wind und Wellen. Vom Städtchen Marta sehen wir hinüber auf die Festung Farnese der Halbinsel Capodimonte, die auf dem Felsen in den See hineinragt. Die Farbe des Wassers ist von einem atemberaubenden Blaugrün. Während wir unser vom Fleischer kurz zuvor frisch zubereitetes Salamibrot mit Pecorino verschmausen, sehen wir den auf den Wellen tanzenden Schaumkronen zu.

Bei brütender Hitze setzen wir unseren Weg Richtung Küste auf der N312 fort und gelangen über Orbetello und den bewaldeten Monte Argentario nach Porto Santo Stefano mit seinen gelb, rosa und ocker getünchten Häusern über denen das Castello Spagnolo thront. Kurz denke ich über den Namen nach (warum wohl spagnolo, also spanische Burg?) und überlege, noch einen Sprung hinaufzufahren, bis unsere Fähre kommt. Doch dann entscheiden wir uns dafür, noch gemütlich eisgekühlten Kaffee (caffè freddo con ghiaccio) unter einem Baum auf einer schattigen Terrasse zu schlürfen, während wir auf die Fähre warten und. Ihr dann beim Parkmanöver zusehen. Pünktlich um 16.30 legt die Fähre ab. Alle Passagiere stehen mit gezückten Handykameras an der Reling, um noch einmal einen Schnappschuss vom Meer aus auf das reizvolle Städtchen Porto S. Stefano zu schießen.

Giglio PortoDie Farben von Giglio Porto sind ähnlich wie in S. Stefano: rosa, orange, ocker, gelb. Bei der Einfahrt in den Hafen schaue ich gespannt, ob noch etwas an die Costa Concordia erinnert. Und in der Tat befindet sich rechts von der Hafeneinfahrt ein Schiff, das leicht als „Arbeitsschiff“ und nicht als Ausflugsschiff zu erkennen ist. Vom Kellner im Restaurant unseres Campingplatzes erfahre ich, dass das Schiff und seine Crew mit der Säuberung des Meeresbodens beschäftigt ist. Die Wochen vor unserer Reise habe ich versucht, auf Giglio ein Zimmer zu halbwegs vernünftigen Preisen zu bekommen. Aussichtslos. Die Pensionen und Hotels sind nun wieder alle ausgebucht im August. Gut so für die Insel, die doch unter dem Rückgang der Touristenzahlen in den Jahren nach dem Schiffsunglück zu leiden hatte. Uns bleibt also nur die Möglichkeit auf dem einzigen Campingplatz der Insel an der Nordwestküste zu campen. Die Monopolstellung dieses Campingplatzes bewirkt zwar, dass die Organisation, allem voran die Sauberkeit, nicht berauschend ist. Doch was die Lage und vor allem die tramonti, also die Sonnenuntergänge betrifft, so sind diese von der Terrasse des Restaurants unschlagbar schön. „Wenn bei Giglio die rote Sonne, ins Meer versinkt….“, dann tut sie das zwischen den Silhoutten von Elba und Korsika. Bei einem immer tiefer werdenden Abendrot, verspeisen wir sehr gute Fisch- und Nudelgerichte. Einzig der Wind stört die kitschig und ach so romantische Abendstimmung, sodass wir und die anderen Gäste uns von diesem wunderbaren Sonnenuntergang losreißen und die Terrasse verlassen. Wir müssen nicht traurig sein, denn noch haben wir ja einen Abend auf Giglio, an dem wir das abendliche Farbenspiel von Neuem bewundern dürfen. Nicht nur die Farben des Sonnenuntergangs sind wunderschön, sondern auch das Meerwasser ist von kristallklarem, transparentem Grün, wie ich es selten zuvor gesehen habe. Diese blau, grün und manchmal fast weiß schimmernden Farben sind vermutlich auf die Felsen in und außerhalb des Wassers zurückzuführen. Kein Sandkorn trübt das Wasser.img_20160824_131540233

Am nächsten Tag gehen wir zu Fuß auf Erkundungstour. Steil steigen wir den Weg Nummer 10 nach Giglio Castello hinauf. Nach circa einer Stunde Gehzeit zwischen wildem Fenchel, Brombeeren, Wein, Ginster, Disteln und Meerblick an jeder Biegung erreichen wir Giglio Castello mit der Burg, wie der Name schon sagt und den mittelalterlichen Gässchen rundherum. Der Ort lebt hauptsächlich von Tagesausflüglern. Ein Bus nach dem anderen speit Ladungen voller Touristen aus, die vom Hafen mit dem öffentlichen Bus die wenigen, jedoch steilen, Kilometer hinauffahren, um eines der schönsten Dörfer Italiens (borgo più bello d’Italia), dessen Qualitätsbezeichnung ich auf dieser Reise – nicht zu Unrecht – entdecke. Giglio CastelloDer Ort besteht aus verwinkelten Gassen, geraniengeschmückten Hauseingängen und Treppen, einer Burg oder Reste davon, ein paar Souvenirläden. Nach einer Erfrischung mit einer spremuta d’arancia (frisch gepresstem Orangensaft, die man in Italien in jeder Jahreszeit und in jeder Bar genießen kann), marschieren wir weiter durch einen schattigen und duftenden Pinienwald (der Weg heißt nun 19b, später 21) hinunter zur Caia delle Cannelle. Der Abstieg in der brütenden Hitze – intelligenterweise gehen wir um die Mittagszeit  – ist steil und lange. Nach ca. einer Stunde Abstieg gelangen wir in die zwar sehr schöne, jedoch völlig überfüllt Bucht hinunter. Der Strand mit Sonnenschirmen und Liegen, keinem freien Zentimeter, Körper an Körper, Höllenlärm erinnert uns an die Adriaküste. Wir verlassen nach einem schnellen Getränk fluchtartig die Bucht in Richtung Giglio Porto. Auf dem Weg entdecken wir die Felsen hinunter in noch kleineren Buchten, die einzig und allein mit dem Boot zugänglich sind, Schnorchler. Für dieses Vergnügen ist Giglio sicher ein idealer Ort. Völlig geschafft erreichen wir nach ca. 20 Minuten Gehzeit Giglio Porto, wo wir in mehreren pasticcerie (Konditoreien) das panficato entdecken, den typischen Kuchen mit getrockneten Feigen und Nüssen der Insel. Feigen und Brombeeren werden auch zu leckeren gelati verarbeitet. Und sogar Brombeermojito finden wir in einigen Bars im Hafen. Alles garantiert chilometro zero (d. h. mit Zutaten aus der Region). Wir entscheiden uns für die Rückfahrt mit dem Bus, der regelmäßig die Strecke Giglio Porto-Giglio Castello-Campese abfährt. Mein Traum vom Schwimmen im türkisblauen Meer muss leider noch warten, denn die Wellen an der felsigen Küste des Campingplatzes sind an jenem Abend zu wild.

Lago TrasimenoOb es mir jemals gelingen wird, auch mein ersehntes Bad im kristallklaren Meer am Südzipfel der Insel, die Rückkehr nach Umbrien mit unserem Besuch in Gubbio, Todi und am Lago Trasimeno (Bild links), die Weiterfahrt über den Bracciano See nach Rom und der Ausflug in die Albaner Berge (mit Lago di Castelgandolfo und Lago di Nemi) detailreich zu beschreiben ist ungewiss.

BUON FERRAGOSTO!

BUON FERRAGOSTO!

Ferragosto, also der 15. August oder Maria Himmelfahrt, erinnert mich seit meinen Jahren, in denen ich bei der Familie meines italienischen Freundes gewohnt habe, an leckere Pasta al Forno, d. h. Lasagne. Ferragosto ist eines der wichtigsten kirchlichen und familiären Feste in Italien. Lasagne gab es in unserer Familie nur zu Weihnachten, zu Ostern und eben zu Ferragosto. Zu diesen Festen wurden die Lasagneblätter selbst erzeugt. Frühmorgens waren alle schon emsig damit beschäftigt, das große pranzo (Mittagessen) vorzubereiten. Neben Lasagne gab es immer auch gegrilltes oder gebratenes Fleisch, Unmengen an köstlichem Eis und gekühlter Wassermelone. Und natürlich war die große famiglia unter der Pergola versammelt, um stundenlang zu schlemmen und über Gott und die Welt zu quatschen.

 

Pasta_al_Forno per Ferragosto
Zu Ferragosto kommt häufig köstliche Lasagne auf den Tisch

Ferragosto in Italien bedeutet Entspannung, Spaß, Geselligkeit, Familie und Freunde treffen, endlos lange Mittagessen, Lagerfeuer und Picknicks am Strand, um Mitternacht schwimmen gehen, Konzerte, Theatervorstellungen, Kirtage, Ausstellungen usw. Dieser Tag gilt auch als „Wendepunkt“ des Sommers. Die älteren Menschen zitieren daher häufig das Sprichwort: Ferragosto, capo d’inverno, was so viel heißt wie Ferragosto, Winterwende. Vielleicht feiert man gerade deshalb so ausgelassen, denn bald halten ja schon wieder die kühleren Tage Einzug und die Tage werden kürzer.

Wie so viele katholische Feiertage geht dieser Feiertag auf die Römerzeit zurück und zwar auf Kaiser August, daher auch Ferragosto von lat. Feriae Augusti, d. h. Festtag des Augustus. Um das Volk bei Laune zu halten, gestattete Augustus den Bauern, ihre Feldarbeit niederzulegen und sich zu erholen. Andere Quellen sprechen von einem mehrtägigen Fest nach der Eroberung von Ägypten im Jahr 29 vor Christus, das Augustus in seinem Reich feiern ließ.

Dieses Fest wird also schon über 2.000 Jahre lang Jahr für Jahr in Italien gefeiert. Fast alle Italiener haben meistens den ganzen August Urlaub, zumindest aber die Tage um den 15. August. Land auf, Land ab gibt es unzählige Veranstaltungen. Auf den piazze in den Dörfern oder an den Stränden wimmelt es von Menschen, die die ausgelassene Atmosphäre genießen, jung und alt, Urlauber und Einheimische machen die Nacht zum Tag. Die Hotels sind um diese Zeit schon lange vorher ausgebucht. Die Preise erreichen den Höhepunkt der Saison. Am Abend ist der Himmel erleuchtet von Feuerwerken.

Viele Italiener nützen das Fest für Picknicks an den Stränden, in Parks oder in den Bergen. Obwohl es Mitte August üblicherweise Temperaturen über 30 Grad hat, ist das Mittagessen am Ferragosto-Tag sehr, sehr üppig. Jede Region (und vielleicht jede Familie) hat ihre typischen Gerichte für Ferragosto: in Umbrien und der Toskana gebratene Taube oder Ente (Piccione o anatra arrostito), im Latium Paprikahuhn (pollo in umido con i peperoni), in Sardinien Steinbutt in Backteig, in Apulien ein mit Eiern, Salami, Käse, Petersilie und Knoblauch gefülltes Huhn (Galletto ripieno) usw.

In Sizilien, in Messina, wird am 15. August ein traditionelles Fest gefeiert, bei dem riesige Pappmachéfiguren, Gigante und Gigantessa (Riese und Riesin) durch die Stadt zum Hafen gezogen werden. Sie erinnern an die Stadtbegründer Mata und Grifone. Neben dem Volksfest feiert Messina die Madonna des Briefes (Madonna della lettera). Dabei wird in einem beeindruckenden und stundenlangen „Spektakel“ die Vara, eine 13,5 Meter hohe Statue von zahlreichen Gläubigen getragen. Die Statue zeigt die in den Himmel aufsteigende Maria. Die Position der Statue ist für die Menschen von großer Bedeutung, denn wenn sie gerade bleibt, dann bringt das Glück für die Zukunft, wenn nicht, dann….lieber doch an die ausgelassenen Feste im Hier und Jetzt denken!

La Vara di Messina, processione di Ferragosto
La Vara di Messina, processione di Ferragosto

Videodokumentation der Vara von Messina: https://www.youtube.com/watch?v=6jlK34vNdNI 

Ferragosto gab 2008 auch Anlass zu einem heiter-nachdenklichen Film: Pranzo di Ferragosto, auf deutsch (Das Festmahl im August) ein Film von und mit Gianni di Gregorio: 2 Szenen https://www.youtube.com/watch?v=JroegqJ-iEk / https://www.youtube.com/watch?v=VS0UVLqJ-hM (La lasagna)

L’ITALIA IN ESTATE: LE SAGRE

L’ITALIA IN ESTATE: LE SAGRE

Viaggiare in Italia è sempre bello. In estate ancora di più. Lo stivale si trasforma in un’unica grande festa. In molti luoghi da Nord a Sud trovate numerosissimi eventi. Sono frequenti le sagre.

 

Le sagre sono feste popolari che nascono da una tradizione di solito religiosa, cioè intorno ad una festa di qualche santo e patrono. Oggi sono usate soprattutto per promuovere un prodotto enogastronomico.

Quindi trovate la sagra del peperoncino, della cipolla, del fungo porcino, del pane, della birra artigianale, del carciofo, del pomodoro, della patata, della porchetta, della pizza, delle fragole, delle ciliege, dell’uva, dell’agnello, del pesce, della pasta, del miele, del prosciutto etc.. Probabilmente non c’è un prodotto che non possa dare occasione ad una festa allegra, accompagnata da musica, balli, mangiare e bere, giochi, mercatini etc.sagra_del_fungo_porcinofesta-peperoncino-follonica-2016

 

Per trovare tutte le feste nei vari luoghi che visitate quest’estate (ma anche tutto il resto dell’anno) vi consiglio il sito http://www.eventiesagre.it/ Non trovo il layout accattivante, ma devo ammettere che è molto pratico. Potete selezionare tra tante categorie di eventi, cercare per regione, provincia, comune, secondo la data che vi interessa, etc.

Buon divertimento quest’estate in giro per le sagre italiane!

GIGANTE E PICCINA

GIGANTE E PICCINA

Es ist Sommer. Ihr habt vielleicht mehr Zeit zum Lesen als sonst. Von Steven Spielberg kommt gerade der Film BFG in die Kinos, in dem ein immer sanft lächelnder Riese die Hauptrolle spielt. Und so traue ich mich, euch zwei Geschichten, die ich vor zwei Jahren geschrieben habe, hier vorzustellen, obwohl sie außer den Namen der Protagonisten nicht viel mit Italien zu tun haben. Märchen sind zeit- und ortsungebunden, um so mehr wenn es um die Liebe geht. Meine zwei Märchen sollen nicht nur im Computerarchiv schlummern, sondern euch Freude bereiten. Aus diesem Grund stelle ich sie hier vor.

Das Fest oder Begegnung zwischen dem Riesen Gigante und der Zwergin Piccina

Gigante und Piccina trafen sich an einem Ort, an dem es keiner für möglich gehalten hätte, nämlich an einem Ort, wo sich Fuchs und Hase Gute Nacht sagen. Bei ihren Streifzügen durch die Wälder, über Wiesen und Felder waren sie sich nie begegnet. Doch eines Tages fand in einem Gott verlassenen, weit entlegenen Dorf ein Fest statt, zu dem alle Bewohner der Gegend eingeladen waren. Die Nachricht von dem Fest hatte sich schnell herumgesprochen, denn es war eine Seltenheit, dass in dieser Gegend gemeinsam gefeiert, gesungen und getanzt wurde.

Gigante, der Riese mit den grünen Augen und dem melancholischen Lächeln, der viel Zeit alleine verbrachte, weil viele Leute aufgrund seiner Größe Angst vor ihm hatten, überlegte lange hin und her, ob er denn auf dieses Fest gehen sollte. Was ist, wenn plötzlich alle Leute vor mir davonlaufen?, fragte sich Gigante. Oder wenn die anderen sich zusammenschließen und mich angreifen aus Furcht ich könnte ihnen etwas antun? Mmhhh…Soll ich gehen, oder soll ich es mir lieber alleine zu Hause gemütlich machen? Er überlegte hin und her, dachte sich, lieber noch einmal darüber zu schlafen und am nächsten Tag zu entscheiden.

Der Zwergin Piccina ging es ähnlich. Sie vermied große Menschenmengen. Sie fühlte sich dann immer ganz unwohl, weil einfach alle um drei Köpfe über sie hinausragten. Außerdem schaffte sie es meistens nicht einmal, über die Theke zu schauen, sodass sie dann auch nichts zu essen oder zu trinken bekam. Was ihr außerdem Sorgen bereitete, war ihre Schüchternheit. Sie traute sich einfach nicht, andere Menschen anzusprechen. Und die meisten übersahen sie ja auch. Tja, und da Piccina von Geburt an einen Sehfehler hatte, wussten die Menschen nie genau, wen sie eigentlich ansprach, sofern sie sich das einmal traute. Deshalb antworteten sie dann lieber gar nicht. So wie Gigante, überlegte auch Piccina daher lange hin und her, ob sie denn auf dieses Fest gehen sollte und wie sie es anstellen konnte, dort jemanden kennenzulernen und sich wieder einmal zusammen mit anderen Menschen zu amüsieren. Sie fühlte sich ja oft so traurig und alleine.

Gigante wachte am nächsten Morgen auf und war guter Dinge. Er hatte davon geträumt, auf dem Fest die Frau seines Lebens kennenzulernen. Welch wunderbare Aussichten also? Seine Entscheidung stand also fest: Ich gehe auf das Fest und niemand wird vor mir davonlaufen. Nein, ich lerne dort sogar jemand ganz besonderen kennen. Denn bisher haben mich immer alle weiblichen Wesen gemieden, eben weil sie sich vor meiner Größe fürchteten. Aber die Frau meines Lebens kann sich ja gar nicht vor mir fürchten. Gigante freute sich schon sehr auf das bevorstehende Fest, pfiff ein fröhliches Lied während er seine Riesenhöhle aufräumte. Das Fest sollte am frühen Abend beginnen. Die Zeit wollte Gigante gar nicht schnell genug vergehen.

Piccina war am nächsten Morgen immer noch unschlüssig, ob sie denn auf das Fest gehen sollte. Dann dachte sie bei sich, dass sie nichts zu verlieren hätte. Denn dass sie oft niemand anschaute oder sie nur am Rande Blicke auf die sich amüsierenden Menschen warf, das war sie ja gewohnt. Also konnte es nur positive Überraschungen geben. Mehr Kopfzerbrechen bereitete ihr die Frage der richtigen Kleidung. Wenn sie nicht ganz untergehen wollte in der Menschenmenge, musste sie sich schon ordentlich herausputzen. Sie ging ihre spärliche Garderobe durch und entschied sich dann für ein knallgelbes Sommerkleid mit Puffärmeln. Dazu würde sie sich einen roten Strohhut aufsetzen. Gelb und rot, das ist doch eine schöne Kombination, dachte sie bei sich. Diese Farben kann doch niemand übersehen.

Es war ein herrlicher Sommertag, die Sonne strahlte, der Himmel glänzte im schönsten azurblau. Von nah und fern strömten die Menschen in das kleine Dorf zum angesagten Sommerfest. Gigante suchte sich einen Weg über Seitenstraßen. Er wollte nicht frühzeitig die Menschen in die Flucht treiben, so wie es ihm schon öfters passiert ist. Am Bauernhof, wo das Fest stattfand, angekommen, beobachtete er zuerst versteckt hinter einem Baum das bunte Treiben. Außer ihm schienen keine anderen Riesen anwesend zu sein. Wie denn auch, so groß wie er war ja auch niemand. Die anwesenden Menschen und Tiere tanzten, lachten, aßen und tranken. Alle schienen guter Dinge zu sein. Nur in einer Ecke sah er eine Zwergin mit langen, blonden Zöpfen. Trotz ihres knallgelben Kleides und einem roten Strohhut, schien sie niemand zu bemerken. Er beobachtete die Zwergin eine Weile. Sie sieht hübsch aus so in gelb und rot, dachte er sich, aber auch irgendwie traurig. Dann sah er sich die anderen anwesenden weiblichen Wesen an. Er konnte sich einfach nicht vorstellen, dass darunter die Frau seines Lebens sein sollte. Träume sind vielleicht doch nur Schäume, sagte er sich.

Piccina hatte sich nach ihrer Ankunft auf dem Fest in eine Ecke gestellt, und versuchte sich einen Überblick über die Anwesenden zu verschaffen. Das war aufgrund ihrer Größe kein einfaches Unterfangen. Alle ragten über sie hinaus und schienen sie zu übersehen, wie immer. Sie überlegte, wie sie mit jemandem ins Gespräch kommen konnte. Es fiel ihr so schwer, einfach auf jemanden zuzugehen und ein Gespräch zu beginnen. Piccina liebte es zu tanzen. Vielleicht konnte es ihr auf der Tanzfläche gelingen, jemanden anzusprechen oder zumindest anzulächeln? Sie zögerte, denn die Tänzer und Tänzerinnen würden sie ja doch nur übersehen. Sie überlegte, ob sie sich vielleicht aus den in der Scheune herumliegenden dünnen Baumstämmen Stelzen basteln sollte. Dann würde sie sicher niemand mehr übersehen. Doch sie würde sich dadurch vielleicht nur lächerlich machen. Also verwarf sie auch diese Idee.

Plötzlich sah sie vor sich ein Paar Füße mit großen, roten Schuhen. Sie beugte ihren Kopf zurück, die blonden Zöpfe flogen in den Nacken, doch soweit sie sich auch nach hinten beugte, sie bekam das Gesicht des Menschen vor ihr nicht zusehen. Gigante beugte sich ganz tief hinunter, kniete sich vor Piccina und begrüßte sie: Grüß dich, schöne Zwergin, ich heiße Gigante. Und du? Sogar auf Knien war er immer noch um drei Köpfe größer als Piccina. Doch nun konnte Piccina auch sein Gesicht sehen. Ihr fielen sofort seine schönen grünen Augen und sein melancholisches Lächeln auf. Sie fand seine Augen und seinen Mund wunderschön. Sie konnte es immer noch nicht fassen, auf diesem Fest angesprochen worden zu sein. Das war ihr noch nie im Leben passiert. Wie kommt es, dass der Riese sie nicht übersehen hatte. Während Piccina all diese Gedanken durch den Kopf schwirrten, fiel ihr plötzlich ein, dass Gigante ja immer noch auf eine Antwort wartete. Sie lächelte ihn an und sagte dann ganz ruhig: Ich bin Piccina. Sogleich fiel Piccina ein, dass sie ja so gerne tanzen würde. Sie tanzte für ihr Leben gerne, doch hatte sie nie einen Partner gefunden und es also nur für sich alleine zu Hause das Tanzbein geschwungen. Doch wie sollte das gehen? Sie waren ja von der Größe viel zu unterschiedlich. Der eine riesig und die andere winzig klein. Doch sie fasste ihren ganzen Mut zusammen und fragte: Gigante, möchtest du mit mir tanzen? Gigante schmerzten schon langsam die Knie, doch er lächelte Piccina immer noch an. Es gefiel ihm, dass sie ihn fragte, denn er hätte sich das nicht getraut. Hoch erfreut strahlte er sie an. Dann sagte er nur: Klettere auf meine Schultern und los geht’s! Piccina, die zwar winzig war, aber sehr sportlich, schwang sich auf die Schultern von Gigante. Als dieser dann aufstand, glaubte sie, zu träumen. Die Welt sah plötzlich so anders aus von dort oben. Jetzt war Piccina zum ersten Mal größer als alle anderen um sie herum. Zum ersten Mal sahen die Menschen und die Tiere zu ihr hinauf. Ich werde gesehen, jubelte sie innerlich. Gigante wiegte sich langsam zum Rhythmus der Musik. Er hätte Piccina zwar lieber ins Gesicht gesehen, doch war er auch so glücklich, mit ihr zu tanzen. Er war überrascht, dass die anwesenden Tänzer und Tänzerinnen zwar zur Seite getreten waren, doch niemand war aus Furcht vor ihnen davongelaufen. Und so tanzten sie so lange weiter, bis Gigante müde geworden war. Er war nicht sicher, ob Piccina die Frau war, von der er geträumt hatte, also die Frau seines Lebens. Fast hatte er aber den Verdacht, dass sie es sein könnte. Er hatte sich noch nie so wohl gefühlt, so glücklich und zufrieden. Und auch Piccina war sehr glücklich.

 

Piccina auf der Suche  nach Gigante

Piccina war überglücklich, dass sie nun endlich nicht mehr alleine durchs Leben zog. Außerdem konnte sie nun auf die Schultern von Gigante klettern, war dann größer als alle anderen und wurde endlich nicht mehr übersehen. Ach, was für ein herrliches Gefühl. Monatelang waren die beiden unzertrennlich. Gigante wusch, kochte und bügelte, während Piccina draußen im Wald nach Nahrung suchte. Sie war eine ausgezeichnete Jägerin.

Eines Abends, als Piccina von der Jagd zurückkehrte, und sich auf ein lecker zubereitetes Abendessen freue – Gigante war ein vorzüglicher Koch – fand sie die Höhle verlassen. Piccina konnte sich die Situation nicht erklären. Wo steckte Gigante nur? Sie hatten weit und breit auch keine Nachbarn oder Verwandte, die er besuchen hätte können. Sie musste in der Höhle auch nicht lange suchen, um zu wissen, dass er weg war. Gigante war durch seine Statur ja nicht zu übersehen. Ob er wohl nur einen Spaziergang gemacht hatte, während er auf sie wartete? Als es dunkel wurde, machte sich Piccina immer größere Sorgen und war sehr traurig. Was ist nur mit ihrem allerliebsten Gigante passiert? Hoffentlich ist ihm nichts zugestoßen, dachte sie ganz betrübt. Sie legte sich schlafen, konnte aber vor Angst und Sorge kein Auge zutun. Am nächsten Morgen suchte sie wieder die ganze Höhle ab, ob er ihr denn nicht wenigstens eine Nachricht hinterlassen hatte. Und tatsächlich fand sie einen kleinen Zettel in Gigantes Lieblingstasse: Adieu, meine Kleine. Sei nicht traurig und warte nicht auf mich.

Die Nachricht zog Piccina den Boden unter den Füßen weg und schwupps, schon lag sie flach auf dem Rücken. Tränen schossen ihr in die Augen, sie konnte kaum atmen. Minutenlang lag sie so auf dem harten Höhlenboden. Sie konnte keinen klaren Gedanken fassen. Gigante, ihr Märchenprinz mit den wunderschönen grünen Augen und dem melancholischen Lächeln, hatte sich einfach aus dem Staub gemacht, ohne eine Erklärung. Wenn er doch wenigstens mit ihr geredet hätte. Es lässt sich doch alles lösen, wenn man darüber spricht.

Piccina wurde immer trauriger und trauriger. Sie weinte viel und aß kaum etwas. Hin und wieder ging sie in den Wald, doch selbst die Jagd machte ihr keine Freude mehr und so hatte sie auch keinen Erfolg. So ganz alleine hatte sie ihre ganze Lebensfreude verloren. Sie wusste weder aus noch ein. Sollte sie ihn suchen? Aber wo? Und wenn er nicht mit ihr reden wollte, dann würde er sicher böse auf sie sein, wenn er sie sah. Wenn sie doch nur wüsste, was Gigante so bedrückt hatte, dass er einfach davonlief. Sie musste jemanden um Rat bitten. Schließlich fielen ihr ihre Freundinnen Gioia, Allegra und Gaia ein. Die wussten bestimmt einen Rat.

Die drei Freundinnen freuten sich riesig, Piccina zu sehen. Denn diese hatte sie nicht mehr besucht, seit Gigante ihr ein und alles war. Nachdem Piccina erzählt hatte, was passiert war, grübelten die Freundinnen über eine mögliche Lösung nach. Sie wollten Piccina ja so gerne wieder glücklich sehen. Da fiel Piccina plötzlich ein, dass Gigante vielleicht bei seinem Freund Gigantissimo war. Sie war ganz aufgeregt. Konnten sie dort einfach so auftauchen? Und was sollte sie dann überhaupt sagen? Würde Gigante sie nicht wütend zurückweisen? Wenn er schon weggelaufen ist, dann wollte er wahrscheinlich doch wieder alleine leben. Piccina hatte ehrlich gesagt Angst vor der Reaktion ihres riesigen Freundes. Wenn er wollte, konnte er sie mit einem Fuß zerquetschen.

Da Piccina nie wieder so einsam und unglücklich sein wollte wie früher, fasste sie mit Unterstützung ihrer Freundinnen ihren ganzen Mut zusammen und machte sich auf den Weg. Sie kannte den Weg zur Höhle des Riesen Gigantissimo nur ungefähr. Sie war noch nie dort gewesen. Nach einer langen Wanderung kamen Piccina, Gioia, Allegra und Gaia vor der Höhle von Gigantissimo an. Zögerlich klopfte Piccina an das Holztor. Nichts. Dann klopfte sie noch einmal, etwas lauter. Plötzlich hörten die Freundinnen ein lautes Poltern. Ein Riese, der noch einmal um eineinhalb Köpfe größer als Gigante war, öffnete das Tor. Da sein Blick geradeaus gerichtet war, konnte er Piccina und die drei Freundinnen zuerst gar nicht sehen. Er wollte schon wieder das Tor zuschlagen, als Piccina lauthals „Halt!“ schrie. Da erst sah Gigantissimo die vier Zwerginnen. Ja, meine Damen? fragte er freundlich. Was kann ich für euch tun? Ich will Gigante sehen. Ist er bei dir? sprudelte es aus Piccina heraus. Ja, er ist hier. Und er hatte so gehofft, dass du ihn suchen würdest. Denn eigentlich geht es ihm ohne dich viel schlechter. Ja warum ist er dann weggelaufen? fragte Piccina überrascht. Tja, das musst du ihn schon selbst fragen, meinte Gigantissimo. Wenig später fielen sich Piccina und Gigante erst einmal überglücklich in die Arme. Piccina wollte nun gar nicht mehr wissen, warum Gigante von ihr weggelaufen war. Sie war glücklich, Gigantes grüne Augen und sein melancholisches Lächeln zu sehen. Gigante hob Piccina zufrieden auf seine breiten Schultern und gemeinsam zogen sie wieder durch die Wälder und freuten sich des Lebens.

 

 

Ich freue mich, wenn ihr mir eure Kommentare dazu auf info[@]italianoperpassione.at oder Facebook schreibt. Außerdem würde ich mich über Illustrationen dazu freuen.

Gianna Nannini 60 anni a tempo di Rock (e 40 di carriera)

Gianna Nannini 60 anni a tempo di Rock (e 40 di carriera)

Sono passate quattro decadi esatte da quel 14 giugno del ’76 quando la rocker più famosa d’Italia pubblicò il suo primo album omonimo.

Nata nel 1956 a Siena, la cantante è sorella dell’ex pilota di Formula 1 Alessandro Nannini, mentre suo padre, Danilo Nannini, era a capo dell’azienda dolciaria famosa per i Ricciarelli.

Gianna si accorge presto che il suo futuro sarà la musica e a 12 anni si iscrive al Conservatorio dove studia pianoforte. A 19 anni si trasferisce a Milano per dedicarsi alla carriera di musicista, e poi a Londra. I primi passi nel panorama musicale italiano li muove come voce femminile del gruppo Flora Fauna Cemento, con i quali scrive e incide il lato B (Stereotipati noi) del 45 giri Congresso di filosofia, e con cui partecipa a ‘Un disco per l’estate’ 1974.

 

Gianna Nannini
Gianna Nannini

 

Nel ’76 esce il suo primo album i cui testi mostrano una forte componente femminista. Ma la svolta vera e propria arriva con il singolo ‘America’ del 1979, contenuto nell’album California. La consacrazione arriva nel 1984 con Puzzle e con il video di ‘Fotoromanza’ firmato da Michelangelo Antonioni.

Gli anni successivi sono quelli di ‘Profumo’, de ‘I maschi’, di ‘Bello e Impossibile’ e di tutte le hit che le faranno guadagnare fama e dischi d’oro e platino. Nel 1990 le voci della Nannini e di Edoardo Bennato risuonano nella calda estate italiana: i due artisti firmano l’inno ufficiale dei Mondiali di calcio. L’anno seguente, su iniziativa di Greenpeace, si arrampica su un balcone di Palazzo Farnese, sede dell’ambasciata francese, e improvvisa un concerto di protesta contro la decisione del governo di Parigi di riprendere gli esperimenti nucleari nell’atollo di Mururoa. Gli anni 2000 sono quelli delle collaborazioni – da Paolo Conte a Fabri Fibra – e delle colonne sonore per il cinema. Anticonformista sul palco e nella vita, nel 2010 Gianna Nannini diventa mamma a 56 anni.

Nella sua carriera ci sono anche la partecipazione al film di Salvatores “Sogno di una notte di mezza estate” e a un’edizione dell’Opera da Tre Soldi con Sting e Jack Bruce, la scrittura di “Pia come la canto io”, un’opera ispirata a Pia de Tolomei e la firma di “Colpo di fulmine”, il brano che ha vinto a Sanremo nel 2008 cantato da Gio’ di Tonno e Lola Ponce, la partecipazione alla registrazione della canzone incisa da quasi tutte le star italiane per raccogliere fondi per la ricostruzione dell’Aquila dopo il terremoto, un’infinita’ di collaborazioni comprese in un arco che va da Mara Redeghieri degli Ustmamo’ ad Andrea Bocelli a Ian Gillan, Francesco De Gregori, Dave Stewart, Tiziano Ferro. Per quest’anno ha pubblicato un nuovo singolo, “Vita nuova”, e una raccolta di successi mentre si prepara a tornare in tour come sempre in nome del rock. –

Fonte: www.rainews.it (14 giugno 2016)

E qui un link a molte delle sue canzoni:

https://www.youtube.com/playlist?list=PLA4473AB4F3ECD804

PASTA CACIO E PEPE

PASTA CACIO E PEPE

Heute habe ich einen einfachen, aber köstlichen Rezepttipp für euch: PASTA CACIO E PEPE

Cacio e Pepe ist ein traditionell römisches Pastarezept und wie viele italienische Rezepte einfach, aber wunderbar im Geschmack! In den Trattorie, Osterie und Restaurants mit lokaler Küche findet man diese Pasta sicher in der Speisekarte, so wie die Amatriciana und die Carbonara.

Diese Pasta ist Teil der Schäfertradition von Rom und dem Latium. Die Schäfer hatten auf der Weide nur Nudeln, den Pecorino-Käse und schwarzen Pfeffer dabei. Und im Handumdrehen konnten sie eine wunderbare Pasta zaubern.

Pecorino_romano

Und so geht’s:

1. Den Pecorino romano reiben. Währenddessen in einem großen Topf Wasser zum Kochen bringen.

2. Pasta in das sprudelnde Salzwasser geben und al dente kochen. 1- 2 Minuten, ehe die Pasta fertig ist, eine Metallschüssel auf den Pastatopf stellen, um diese zu erhitzen (damit die Soße im Anschluss schön cremig wird).

3. Bevor man die Pasta abgießt, ein wenig Kochwasser auffangen. Die fertige Pasta in die vorgewärmte Schüssel geben. Den Pecorino und etwas Nudelwasser hinzugeben und die Pasta gut damit vermengen, bis eine cremige Soße entsteht. Mit etwas frisch gemahlenem schwarzen Pfeffer würzen und nochmals gut verrühren. Die Pasta auf Tellern anrichten und nochmals schwarzen Pfeffer darüber geben.

Das Originalrezept ist mit Spaghetti, oder Spaghettini der Größe 5. Das ist eine dünnere Version der Spaghetti, die eigentlich aus Neapel stammt. Heute werden auch andere Nudelsorten verwendet. Wer den intensiven und würzigen Geschmack des Pecorino nicht so liebt, der kann die Hälfte Pecorino und die Hälfte Parmesan verwenden.

Wer sich ein Video dazu anschauen will: https://www.youtube.com/watch?v=EqANylZI3nc